La struttura nota come ninfeo “Ponari”, dal nome della famiglia proprietaria dell’area, è costituita da due vani contigui: un ambiente a pianta rettangolare, con volta a botte in opera cementizia e nicchie rettangolari lungo le pareti e un piccolo atrio antistante, privo di copertura, con una vasca poco profonda al centro (impluvium). Il ninfeo, destinato ad ospitare giochi d’acqua, era annesso ad una ricca residenza privata.

Fu costruito nella seconda metà del I sec. a.C. in opus coementicium e poi restaurato nel corso del II sec. d.C. o in quello successivo, come suggeriscono le tecniche decorative impiegate.

Nella prima fase le pareti furono rivestite da una decorazione a mosaico rustico, con incrostazioni in pasta vitrea, lapislazzuli e conchiglie. Successivamente la struttura fu restaurata, cambiandone anche la destinazione d’uso: furono infatti realizzati intonaci dipinti con motivi geometrici, ad imitazione di lastre marmoree policrome. La pavimentazione è in opus scutulatum, con incrostazioni di pietre colorate.

Utilizzato come rifugio durante la seconda guerra mondiale, l’edificio è stato oggetto di scavi e restauri nell’ultimo ventennio da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio.

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