La Battaglia di Montecassino e i luoghi della memoria

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La Seconda guerra mondiale riservò alla città di Cassino e alla sua abbazia un triste ruolo di protagonisti. Dopo lo sbarco alleato i Tedeschi arretrarono lungo la penisola italiana per arroccarsi tra i monti che vanno dal Tirreno all’Adriatico, creando una linea di sbarramento che aveva come caposaldo i rilievi intorno a Cassino: la Linea Gustav. Le truppe alleate furono bloccate lungo il Rapido-Gari dal dicembre 1943 al maggio 1944. Nei ripetuti tentativi di sfondamento della Linea Gustav trovarono la morte migliaia di giovani soldati. I tedeschi avevano occupato la città di Cassino, rispettando però la sacralità dell’abbazia: rinunciarono a tenervi i propri contingenti militari, attivandosi per portare in salvo i tesori del monastero. Purtroppo gli Anglo-Americani, ritenendo che le mura del sacro recinto fossero parte del sistema difensivo tedesco, ne decisero la distruzione, il 15 febbraio del 1944; un mese dopo la stessa sorte toccò alla sottostante città di Cassino. La Linea Gustav fu sfondata solo nel mese di maggio, grazie anche al sacrificio dei giovani soldati Polacchi. Gran parte dei caduti nella lunga battaglia di Cassino riposa nei sacrari militari della città, meta ogni anno di toccanti cerimonie rievocative e di mesti pellegrinaggi da tutto il mondo.

Abbazia di Montecassino

La sua posizione, a guardia dell’unico varco naturale tra il sud e Roma, ne ha determinato la fortuna e purtroppo, molto spesso, la sventura. Montecassino, nella sua storia millenaria, ha subito diverse devastazioni e ben quattro distruzioni: l’ultima, nel febbraio del 1944, in seguito ai bombardamenti operati dagli alleati per snidare le truppe germaniche che difendevano la Linea Gustav.

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I Sacrari Militari

Gran parte dei caduti delle quattro battaglie di Cassino riposa nei sacrari militari, meta ogni anno di toccanti cerimonie rievocative e di pellegrinaggi da tutto il mondo.

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Obelisco (Quota 593)

Sulla cima della quota 593 (Monte Calvario), dominante su tutta la valle del Liri, vi è un obelisco. È il più importante dei monumenti che i polacchi hanno eretto sul campo di battaglia in onore dei soldati della 3ª Divisione dei Fucilieri dei Carpazi. Su di esso, una frase scolpita tra le varie resta impressa nella memoria: “Per la nostra e la vostra libertà noi soldati polacchi demmo l’anima a Dio, i corpi alla terra d’Italia, alla Polonia i cuori”.

Casa del Dottore (Domek Doktora)

Questa casa rurale, tuttora abitata da una famiglia, fu luogo di ricovero per i soldati polacchi nel corso dei combattimenti del 12 e 17 maggio 1944. Al suo interno funzionò un posto di primo soccorso. Si trova a circa 500 metri dalla quota 593.

Carro Armato Sherman

Posto a memoria dei caduti del 4° reggimento corazzato “Skorpion”, sovrastato da una croce costruita con i cingoli, saltò in aria dopo aver urtato contro una mina tedesca il 12 maggio 1944. Il carro armato fu lasciato sul posto in cui esplose a testimonianza dei caduti e dei combattimenti.

Cassino

La mattina del 15 marzo 1944, dalle ore 8,30 e per circa sette ore, gli aerei alleati lasciarono cadere sulla città oltre 1.250 tonnellate di bombe ad alto esplosivo. Al termine del bombardamento iniziò un violentissimo fuoco di artiglieria sulle rovine di Cassino e sulle zone circostanti. A sera, della città, restarono solo macerie fumanti. Al termine del conflitto mondiale iniziarono subito i lavori di ricostruzione.

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Cavendish Road

Si tratta dell’antica via che dal paese di Caira portava alla Masseria Albaneta ed al monastero. La strada militare “Cavendish Road” fu voluta dal generale Freyberg, comandante del corpo neozelandese. Venne impiegata nel corso della terza battaglia di Cassino e poi nel maggio del 1944 fu riutilizzata dai polacchi. Il tracciato è ancora oggi percorribile.

Masseria Albaneta

Dietro al monastero, nel bel mezzo di una piccola valle si erge da secoli la Masseria Albaneta, antica costruzione, più simile ad una vera e propria fortezza, alle falde occidentali della quota 593 lungo la strada che da Caira saliva a Montecassino. Le mura spesse e le stanze ampie furono utilizzate dai tedeschi come posto di comando e come infermeria da campo.